martedì 23 novembre 2010

Un allenamento solitario

Potrei anche dire che si tratta del modo di allenarmi che preferisco. Si tratta del modo di andare in barca che preferisco. Meglio soli che mal accompagnati!

Gli Alberoni a sx e al centro l'ottagono omonimo, in mascareta alla valesana - Novembre 2008

 Ultimi 10 secondi...ancora 7 vogate…ottantotto, ottantanove, novanta, novantuno, novantadue, novantre, deucentonovantaquattro…recupero!
E stavolta le 42 vogate al minuto sono state costanti per tutti i 7 minuti di questo segmento di piramidale, com’è giusto che sia… fa freddo ma non estremamente perché, nonostante sia Febbraio, c’è il sole e la laguna oggi sembra uno specchio. Giro attorno all’ottagono degli Alberoni e torno, verso nord. In fondo, ci sono le montagne imbiancate dalla neve che, anche questo inverno, è stata ed è abbondante. Le montagne ci sono sempre, come è ovvio che sia ma non si vedono sempre e non si vedono così nettamente molto frequentemente. Chissà cosa accade a neanche un centinaio di chilometri da qui? Perché sono qui in barca e non sono lì in montagna? Il primo sabato libero prendo e vado su... Distratto da questi pensieri controllo comunque il cardio frequenzimetro perché è importante che per i prossimi sette minuti mi attesti sui 130 battiti al minuto…bene…Solo qualche giorno prima ero tra quelle vette in una giornata quasi da sogno. Peccato che il rischio valanghe ti riduca le possibilità di muoversi liberamente ma trovo sia una regola della natura. Se la si rispetta si vive, altrimenti si rischia e può capitare di non tornare più a casa.  Anche in laguna valgono certe “regole” ma in montagna, almeno d’inverno, anche quando le condizioni meteo sembrano ottime, bisogna saper leggere lo stato della neve. Bisogna conoscere il luogo e sapere cosa c’è sotto il manto nevoso. Bisogna informarsi e non fare le cose a caso.
Mi distrae da questi pensieri una barca a motore che taglia sopra secca e interrompe la quiete. Che fastidio! Mancano ancora 5 minuti prima di riprendere a vogare forte. Che fastidio! il rumore odioso del motore di quella barca si sente ancora.

Verso il Lago de Rudo, Fanes - Febbraio 2010

Ecco un altro problema: il rumore. Qui come in montagna non cambia più di tanto. Anche ascoltando nel silenzio c’è sempre un rumore di fondo di qualcosa di meccanico. Magari è una cosa lontana e quasi impercettibile ma c’è. Meno male che posso ancora scegliere dove andare. Mi chiedo perché suggerire itinerari sconosciuti e tranquilli ai turisti. Se conosco qualche posto lontano dai luoghi comuni lo tengo per me, sperando che la sua localizzazione si diffonda il meno possibile. E non capisco perché agevolare il turista nel portarlo con i mezzi motorizzati ovunque. Vale qui a Venezia per i turisti con le motonavi, i motobattelli e i taxi; vale in montagna con le varie navette per i rifugi, per non parlare delle motoslitte d’inverno.
Bah! Meglio non pensare più altrimenti il nervoso mi assale. Meglio che mi riconcentri sull’allenamento. Dunque... tra due minuti “riparto”…un controllo, dovrei essere sulle 36 vogate al minuto...vediamo: uno, due, tre..... si tutto ok! Ecco, riparto con altri 6 minuti e mezzo a tutta. Inizia la “discesa”. Per sentire meno la fatica conto le vogate e così controllo che siano sempre 42 al minuto. E all’orizzonte, a fatica o a riposo, lo Schiara e il Civetta fanno da cornice alle mie remate e ai miei pensieri.

Poveglia e sullo sfondo le montagne sopracitate (foto estrapolata da "www.paretiverticali.it")

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