sabato 18 dicembre 2010

Divertiti, anzi no. Rifletti!


Mi ha sempre un po’ infastidito l’augurio “divertiti” che si può fare quando si parte per un viaggio, quando si va a fare sport, quando si va a teatro, etc. etc.
Se guardiamo l’esatto significato del verbo “divertire” scopriamo che significa “ricreare lo spirito” ma anche “infondere nuovo vigore; dare sollievo e ristoro, rallegrare e ritemprare l'animo procurare piacere, interesse”.
Quindi il mio fastidio non ha senso ma credo che al giorno d’oggi al significato di divertimento si tenda a dare una valenza spesso sciocca e superficiale. Si tende a pensare che divertimento non siano quelle attività che occupano la mente e/o il fisico seriamente. Ed effettivamente se pensiamo ad una crociera e alla pubblicità che ne viene offerta è proprio quella l’idea di divertimento che si vuol far passare.
Trovo quindi che l’augurio “divertiti” sia, magari in buona fede, un po’ troppo generico. Io preferisco augurare di riflettere, di pensare, di mettere a fuoco, di ritrovare se stessi. Oppure di imparare, di osservare, di studiare. O ancora di far fatica, di far pratica, di trovare gli automatismi dei propri gesti. Insomma, mi rendo conto che sembro un po’ esagerato, ma credo che ogni attività che ci prestiamo a fare possa avere il suo augurio specifico.


Per esempio se dovessi augurare ad una persona che parte per un viaggio in posti esotici non le augurerei di “divertirsi” ma di “riflettere”.
Spesso i luoghi esotici sono visti come una sorta di Luna Park dove è permesso fare ciò che qui ormai è vietato dalle regole. Sono posti visti come paradisi naturali solo per il fatto di essere a latitudini equatoriali. Diventano poi luoghi esotici, anche se non lo sono, perché si è voluta costruire un’immagine pubblicitaria apposita. Tornando alle definizioni, “esotico” significa per l’appunto “che proviene da lontani luoghi, straniero, forestiero” ma a dir la verità, sempre più spesso è usato nel senso di “ostentatamente originale e stravagante”.
Me ne scaturiscono due riflessioni. La prima banale: ma perché un luogo deve essere per forza originale e stravagante? Cioè la natura non ha niente di stravagante, è la pazzia umana a rendere stravagante le cose.
La seconda un po’ più seria: mi chiedo se sia corretto alimentare il turismo in questi luoghi. Solo pochi si arricchiscono e per molti non cambia nulla. Guarda caso i posti esotici sono spessi i più poveri del mondo dove la vita, per un occidentale, costa pochissimo.
Io credo che il progresso reale nel mondo potrà far dei passi in avanti quando noi occidentali abbandoneremo il nostro essere viziati e penseremo al divertimento in modo completamente diverso da quello che la pubblicità ci propina.

Ad uno che si appresta ad affrontare un giro in montagna casomai lo avvertirei “fa attenzione” e gli augurerei di osservare le montagne nel loro insieme e nel particolare per cogliere la grandezza che sanno trasmettere all’osservatore attento e voglioso di imparare.

Altro esempio: quando si va a teatro il divertimento consiste nel fatto di gustare i vari passaggi dell’opera/commedia/concerto/quant’altro e non sempre è così tutto immediato. Spesso l’ascolto prevede che in un secondo momento si vada ad approfondire quanto goduto in precedenza, o eventualmente, viceversa.

Di esempi ce ne sarebbero moltissimi altri.
Arrivando al concetto di divertimento superficiale direi che non augurerei proprio nulla. “Vado in discoteca” “Divertiti!” Ma divertiti cosa? Non dico sia un fatto negativo ma il proprio fisico e la propria mente non ne ricava nulla, lo so per esperienza. Anzi a distanza di tempo ci si accorge che quello usato di notte era solo tempo rubato a quanto di meglio si può fare di giorno. Casomai un "sta attento" è molto meglio di tutto.

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